Mixando statistiche e mettendo a confronto svariate testimonianze di amici, conoscenti e persone comuni è emersa questa amara realtà: la vita media di un trapano elettrico è di 4 minuti! O meglio: 4 minuti è il tempo medio in cui un trapano viene effettivamente utilizzato durante la sua esistenza.

Letta così sembra impossibile! “Ma dai, è troppo poco!” Ma se pensate a quante volte un trapano viene utilizzato (se lo usate per lavoro non vale, eh, io intendo l’uso casalingo medio) e quanto a lungo – in genere pochi secondi – il calcolo sembra essere pericolosamente rispondente a realtà.

Fatevi due conti: è davvero il caso di comprarlo? Non sarebbe meglio farselo prestare?

Certo, bussare dal vicino e chiedere “Hey senti, mi faresti usare il tuo trapano?” potrebbe suonare lievemente equivoco, o sono solo io il malizioso qui?

Fatto sta che il punto è questo: compriamo un trapano elettrico e lo usiamo in media per soli 4 minuti, compriamo cose che non ci servono o almeno che non ci servono così tanto. Ci lasciamo conquistare da offerte e necessità momentanee che poi svaniscono lasciandoci garage, cuore e sgabuzzini pieni di cianfrusaglie inutili e portafogli irrimediabilmente vuoti.

Che facciamo? Si va a vivere in grotta e si brucano muschi e licheni? Ci si blinda in casa staccando prese elettriche e comunicando a grugniti?

Forse non è necessario arrivare a tanto (anche se sarebbe estremamente divertente rispondere a grugniti in determinate occasioni, ndr), basterebbe un uso più razionale degli oggetti, una maggiore parsimonia negli acquisti, un uso collettivo delle cose.

Tornando al trapano di cui sopra, ingrato capro espiatorio dal cuore d’acciaio, il motivo per cui me la prendo tanto con lui è piuttosto semplice: credo sia davvero uno spreco acquistare uno. Non solo in termini di denaro, ma in termini di tutto ciò che ci vuole per fare un trapano. La produzione, il trasporto e le emissioni di carbonio solo per realizzare questo strumento che se ne starà fermo per anni su uno scaffale polveroso in un garage.

Ma il discorso vale per tante altre cose: scarpe, utensili, fidanzati. Non spendiamoci troppo sopra, ripariamo quello che si rompe, condividiamo gli oggetti, prestiamoli agli amici e ai vicini di casa (i fidanzati no, scherzavo! Come dite? Potrebbe essere divertente? Allora ok…).

Si potrebbe creare una community di noleggio e prestito dove le persone possano mettere in condivisione e prendere in prestito strumenti per breve uso. Potrebbe essere una buona idea. All’estero esistono già diverse realtà che mettono in pratica il cosiddetto “stuff lending”.

ecomodo

In Italia esiste ad esempio l’Emporio Solidale Primo Vere, in cui è possibile lasciare in deposito i propri beni a noleggio, potendone chiedere altri con la stessa formula. Prestare e scambiare anziché acquistare sono le parole magiche. Meno cose da comprare significa anche meno cose da conservare e smaltire, quindi meno inquinamento.

Che ne dite? Conoscete qualche altro sito o community del genere? Avete intenzione di crearne una voi in prima persona? Comunicatecelo.

Mi servirebbero un cacciavite e un fidanzato per sabato (non li userò contemporaneamente, state tranquilli), cosicché avrei una certa urgenza.

Fatemi sapere! 😉

Link:
Emporioprimovere.it

Pubblicazione: 22/10/2012 – Ultimo aggiornamento: 22/10/2012

Copia pure: sei libero di ri-utilizzare questo articolo, ma ricorda di inserire il link
Marrai a Fura – sostenibilità e partecipazione” (maggiori info qui).

2 COMMENTI

  1. Ciao!!
    Innanzitutto grazie per i tuoi interessanti posts! 🙂

    Una comunità come questa esiste da anni in Italia! 🙂

    Si chiama Zerorelativo, l’ho usata parecchie volte e mi ha permesso di risparmiare tanti soldini, avere un’ecocoscienza più leggera e conoscere persone con idee simili alle mie! 🙂

    il loro sito è zerorelativo.it,

    Spero possa essere d’aiuto! 🙂

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