Cari amici ecozozzoni di Marraiafura, da quanto tempo non si parlava di eco-sesso su queste pagine! Mi scuserete quindi per la prolungata assenza e non ne avrete a male se riprenderò le fila del mio discursus interruptus richiamando alla memoria dei fedelissimi un argomento che abbiamo avuto modo di trattare tempo fa e forse alcuni ancora rimembreranno!

Ricordate il putiferio suscitato da Fuck for forest? Si trattava di un’associazione norvegese che produce filmati porno amatoriali (”Eco Porn“) e devolve il ricavato per la difesa delle foreste. Ne parlammo in un vecchio articolo e fu anche modo per discutere di cosa sia etico e cosa no, se esistano mezzi ignobili per raggiungere fini nobili, se sia meno etica la pornografia o l’utilizzo strumentale della causa ambientalista per secondi fini. Insomma, tante cose e poche certezze di giungere ad una conclusione univoca.

Noi di Marraiafura il nostro pensiero lo abbiamo spiegato anche la volta scorsa, per cui cito testualmente: Lungi dal voler fare apologie di chicchessia, pensiamo solo che-  una volta che si sta sui binari del diritto civile e penale –  tutto il resto sia chiacchiericcio e vane opinioni personali. I convincimenti morali o religiosi lasciano il tempo che trovano, essendo – per l’appunto – puramente soggettivi.

Per quanto mi riguarda questo assunto è ancora perfettamente valido, tanto più che la questione si ripresenta ora sotto nuova veste, e questa volta direttamente qui in Italia.

È successo infatti che due ragazzi italiani stiano provando a lanciare una piattaforma di video porno i cui introiti (generati dalla pubblicità) contribuiranno a finanziare progetti filantropici.

Il sesso può salvare l’Amazzonia. Questa è la premessa di due imprenditori italiani, Riccardo Zilli e Marco Annoni. Il primo è un urbanista, il secondo dottore in filosofia.

I due propongono di utilizzare i ricavi pubblicitari connessi con la pornografia su internet (che, secondo le loro stime, ammonterebbero a 100 miliardi di dollari l’anno) per finanziare progetti filantropici. “Se guadagnassimo solo l’1% dei ricavi che la pornografia genera, vi immaginate il numero di iniziative che potrebbero essere finanziate con 1 miliardo di dollari?” Affermano decisi i due.

Il principio? Come su piattaforme video come YouTube o Dailymotion, gli utenti possono caricare, visualizzare e condividere contenuti, che qui sono pornografici. Una volta caricato il video, i membri della comunità Come4 (questo è il lievemente allusivo nome del progetto) potranno scegliere una causa meritevole di finanziamento, come la salvaguardia di specie in via d’estinzione, favorire l’accesso all’acqua potabile o cose simili.

I ricavi pubblicitari generati dal numero delle visualizzazioni saranno devoluti direttamente all’organizzazione / causa prescelta.

La prima fondazione con cui hanno stretto un accordo è Asta Philpot, un’organizzazione britannica che promuove la sessualità delle persone disabili, e che è alla base del film Hasta la vista.

Per realizzare il loro progetto i due imprenditori si basano sul concetto di crowdfunding, il finanziamento dei progetti da parte degli utenti, attraverso il sito web Ulule.

Come4 viene definito “un progetto senza scopo di lucro”. I due fondatori affermano che una piccola percentuale del denaro ricavato dalla pubblicità sarà utilizzato per la manutenzione del sito, tutto il resto verrà devoluto alle specifiche cause definite dagli utenti. I due non avranno alcun ricavo personale, affermano. Per dimostrare la propria serietà, Riccardo e Marco assumono impegni diversi: la trasparenza finanziaria delle entrate e la loro destinazione, il rifiuto di creare un database e di inviare spam, proporre un’etica anche nei contenuti, mettendo al bando pedo-pornografia e pratiche illecite, e affermando che tutti i video saranno verificati e moderati prima della pubblicazione.

come4-manifesti

Interrogata sull’argomento, la coppia afferma di credere nella compatibilità tra etica e pornografia. Nel loro video promozionale i due insistono sul fatto di dover “ripensare in modo critico il rapporto tra internet e la sessualità”. Con un magistrale colpo di coda citano poi Woody Allen: “Il sesso senza amore è un’esperienza priva di significato, ma tra tutte le esperienze senza significato, è una dei migliori.”
Fulmen in clausula.

Questo è quanto. Per tutto il resto: a voi la parola, insigni amici di Marraiafura!

Ah, dimenticavo! Ora e sempre: W L’AMMORE!

Fonte: Le Figaro.fr
Pubblicazione: 01/11/2012 – Ultimo aggiornamento: 01/11/2012

Copia pure: sei libero di ri-utilizzare questo articolo, ma ricorda di inserire il link
Marrai a Fura – sostenibilità e partecipazione” (maggiori info qui).

2 COMMENTI

  1. …mi domando solo se le menti di questo progetto abbiano mai sentito parlare di pornodipendenza…loro offrorebbero un ottimo alibi. Come finanziare progetti sociali con i proventi delle slot: “non sono più un disgraziato che sperpera inchiodato ad una dipendenza: sono un filantropo”. Ma poi mi chiedo chi filtrerebbe i contenuti perchè nel sito non siano pubblicati video in cui lo sfruttamento è nota dolente (minorenni o maggiorenni che siano le persone coinvolte).
    Insomma i fini nobili vanno raggiunti con strumenti nobili…al contrario possiamo conquistare la pace con la guerra. In molti lo pensano possibile.
    Che poi esista e sia cosa buona è giusta il sesso senza sentimenti è un altro discorso…

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